INOLTRE: PER ALLENARSI
SALUTI ITALIANI
Il saluto è una parola o gesto d'affetto, simpatia o rispetto, spesso di carattere formale, rivolto a una persona quando la si incontra o ci si congeda.
Togliere il saluto a qualcuno significa evitare anche il minimo rapporto con lui, per inimicizia, rancore o disprezzo.
Ci sono molti saluti che si utilizzano durante la giornata in modo più o meno formale:
Buongiorno: è di per se un saluto formale, ma a secondo del tono usato per dirlo può essere anche molto amichevole e scherzoso. Normalmente si utilizza fino al primo pomeriggio. Un sua forma abbreviata e informale è Buondì (dì= giorno).
Buon pomeriggio: Saluto formale che si utilizza incontrandosi o congedandosi nel pomeriggio.
L’orario d’inizio del “Buon pomeriggio” varia molto da regione a regione, nel Nord Italia si può usarlo già verso le tre, al sud dopo le cinque!
Buonasera: Saluto formale che si utilizza incontrandosi o congedandosi da qualcuno verso sera.
L’orario d’inizio del “Buonasera” varia molto da regione a regione, nel Nord Italia si può usarlo già verso le cinque, al sud un po’ più tardi!
Buonanotte: Saluto formale e informale, usato per congedarsi prima di andare a dormire.
Arrivederci: È un modo formale per salutarsi si usa solo quando ci si congeda (e non quando si incontra una persona) e contiene l’augurio di rivedersi presto. Di conseguenza, se avete appena litigato con qualcuno, non ditegli arrivederci! Una variante è “Arrivederla”, forma ancora più formale e distaccata che esprime un tono di rispetto.
Addio: Gli addii fanno male, perché significano un saluto e un distacco che durerà molto a lungo, forse per sempre. È un saluto formale e informale che deriva da “vi/ti affido o raccomando a Dio”!Si usa in maniera formale e informale. Deriva da “vi affido, vi raccomando a Dio”.
A risentirci/Ci risentiamo: È un saluto formale ed informale, da utilizzare alla fine di una telefonata.
Ci si vede: È un saluto informale usato tra i giovani che significa “prima o poi ci vediamo in giro”, un sinonimo ancora più gergale è “ci becchiamo in giro o ci si becca”. In cui beccarsi vuol dire trovarsi.
Pronto: È il tipico saluto degli italiani al telefono, invariato al maschile e femminile, significa “Eccomi qui, sono pronto a parlare con te!”
Salute: Non è tanto un saluto, ma l’augurio che si fa ad un amico che starnutisce.
Salve: Formula convenzionale di saluto o di augurio, deriva dal latino “salvus” sano, salvo. Il tono di salve è neutro, un tempo era un augurio di buona salute, oggi si usa per lo più quando si è incerti sul registro, formale o informale, da usare con l’interlocutore; può essere utilizzato in tutti i momenti del giorno per salutare all’inizio di un incontro.
Ciao: Formula di saluto amichevole, confidenziale, divenuta di uso internazionale, che si rivolge, al momento dell'incontro o della separazione, a una o a più persone a cui si dà del tu. Deriva dalla parola veneta “sciao”, che a sua volta deriva dalla parola “schiavo”. Dicendo ciao, in poche parole, si saluta con un “sono tuo schiavo”! Ma non vi preoccupate, nessuno la prende alla lettera!
Ti saluto: Modo sbrigativo e confidenziale con cui ci si congeda da persona che si conosce bene.
Bentornato, benvenuto: Saluto informale riservato a chi torna o viene a trovarci.
Subito dopo essersi incontrati e salutati, gli italiani se ne escono con una domanda retorica.
Cos’è una domanda retorica?
Una domanda retorica è una domanda che non rappresenta una vera richiesta di informazione, ma implica invece una risposta predeterminata.
Sapete qual è?
Come stai (tu)? Forma informale
Come sta (Lei)?
Forma formale
Questa forma abituale di saluto “Ciao, come stai?” è ormai diventata una forma standardizzata di saluto.
Vi prego, non siate sinceri, contenetevi!
In particolare se l’interlocutore non è una persona che conosciamo molto bene e con cui abbiamo una buona confidenza, il “…come stai?” è una domanda retorica, che richiede una formula di risposta come:
“Bene grazie!”
“Tutto ok!”= usato tra i giovani, significa tutto in ordine, tutto normale. Ma niente di particolarmente positivo.
“Abbastanza bene grazie!”
“Non c’è male e tu/Lei?”
Al massimo potete sbilanciarvi su un “Così e così, grazie”!
Certo, siate pure sinceri se avete una gamba ingessata e un occhio pesto perché siete appena usciti da un incidente stradale, in questo caso un “Bene grazie e tu?” sarebbe alquanto ridicolo.
PS: La domanda come sta? Rivolta da un medico, NON È MAI RETORICA, in questo caso DITE SEMPRE LA VERITÀ!
Al vostro migliore amico, che conosce tutte le vostre sfortune, potete anche confessarvi e sbizzarrirvi con espressioni come:
“Da Dio grazie”
“Benissimo, mai stato meglio!”
“Bah, si tira avanti!”
“Da cani”
“Male!” (Ah, se dite male, o da cani…evitate il grazie successivo!)
“Da schifo!”
“Una tragedia!”